Nail art nipples: seno e capezzoli femminili in bella vista

La nail art nipples è diventata una moda su Instagram per protestare contro la censura ai danni delle donne

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nail art nipples

La nail artist Mei Kawajiri è nota per proporre nail art sempre particolari e complesse. Questa volta si è spinta verso una nail art discutibile, ma a fin di bene. La nail art nipples ripropone sulle unghie una manicure ispirata a seno e capezzoli femminili in 3D per protestare contro la censura a cui sono sottoposte le foto pubblicate su Instagram. Di base si lamenta una disuguaglianza di trattamento tra uomini e donne nell’esposizione di parti del corpo. Ed eccole allora spuntare sulle mani.

Nail art nipples: cos’è e come si realizza

La nail art nipples è nata per la prima volta nel febbraio scorso ed è stata riproposta la settimana scorsa. Il palcoscenico per diffondere questa nail art è stato Instagram dove le foto di artiste del calibro di Rihanna vengono censurate in presenza di capezzoli e seni in bella vista. Tante donne si sono chieste perché e hanno scatenato la protesta creativa portando gli “oggetti” di censura direttamente sulle mani. Mei Kawajiri ha usato smalto gel e acrilico per creare seni e capezzoli in 3 dimensioni, di vari colori, forme e dimensioni oppure reggiseni. Per Mei è stato molto divertente riprodurre qualcosa di naturale che appartiene a tutte le donne, talvolta accessoriandoli con piercing.

Nail art nipples: a chi piace e chi la trova ridicola

Oltre a Mei Kawajiri, anche l’artista e musicista Erose Aziza ha condiviso su Instagram la sua nail art nipples dichiarando che in fondo “gli occhi sono le tette della faccia“. Nessun imbarazzo quindi per una nail art che riproduce una parte del corpo come le altre. Asa Bree Sieracki, nail artist di Portland, ha aggiunto che l’obiettivo è accendere i riflettori su un’ingiustizia di trattamento per cui gli uomini sono liberi di mostrarsi a torso nudo con i capezzoli in primo piano e le donne no. La nail art nipples viene considerata ridicola? Non importa, il messaggio di protesta deve arrivare forte e chiaro: i capezzoli femminili non possono essere considerati “contenuto inappropriato“. Nel 2012 su Instagram è nata la campagna #FreeTheNipple per sostenere con forza che il seno e i capezzoli sono solo una parte del corpo per esprimere talvolta vulnerabilità, tornare a sentirsi donne dopo operazioni invasive come la mastectomia o semplicemente sentirsi libere di farsi vedere. Basta con la sessualizzazione del seno che toglie la libertà. 

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